Riscaldare casa senza sprechi: tutto sui radiatori, i nuovi impianti e le soluzioni più efficienti

Riscaldare casa senza sprechi: tutto sui radiatori, i nuovi impianti e le soluzioni più efficienti

Valvola termostatica digitale con display spento e pulsanti "Mode", "Boost" e "OK" per la programmazione del riscaldamento. - immcasa.it

Luca Antonelli

Novembre 9, 2025

La prima cosa che si sente entrando in una casa d’inverno non è il profumo del caffè, ma la differenza di temperatura davanti alla finestra: il radiatore sotto il serramento che lavora da anni. È un elemento che molti danno per scontato, ma che oggi si è trasformato: non più solo un oggetto funzionale, ma anche un componente del progetto d’arredo e del sistema energetico dell’abitazione. Chi decide il modello deve bilanciare estetica, prestazioni e compatibilità con l’impianto. Lo raccontano i tecnici del settore: è qui che si gioca gran parte dell’efficienza di un edificio.

Tipologie e principio di funzionamento

I radiatori si distinguono in tre grandi famiglie: ad acqua (idraulici), elettrici e ibridi. I primi sono collegati all’impianto centrale o autonomo e funzionano quando il generatore — caldaia, pompa di calore o termostufa — fornisce acqua calda; i secondi scaldano tramite una resistenza interna e un termostato, utili per usi occasionali come il bagno o una seconda casa; i misti combinano le due modalità e permettono di usare il corpo scaldante anche a impianto spento, caratteristica apprezzata negli scaldasalviette. La diffusione del calore avviene prevalentemente per convezione: l’aria a contatto con il radiatore si riscalda, sale e viene sostituita da aria fredda che a sua volta si riscalda.

Riscaldare casa senza sprechi: tutto sui radiatori, i nuovi impianti e le soluzioni più efficienti
Un radiatore classico: un pezzo di storia del riscaldamento domestico, spesso dato per scontato ma fondamentale per il comfort. – immcasa.it

Per dimensionare correttamente l’elemento si considera la potenza termica (resa), espressa in Watt e calcolata secondo la norma EN 442, il fabbisogno termico del locale e il valore Δt (differenza tra temperatura media dell’acqua e quella ambiente). Un dettaglio che molti sottovalutano: nei nuovi impianti a bassa temperatura il Δt può scendere anche a 30 °C, perciò un radiatore progettato per alte temperature perde efficienza e potrebbe richiedere una superficie maggiore per garantire lo stesso comfort.

Materiali, forme e posizionamento

La scelta del materiale influenza prestazioni, peso e inerzia termica. L’alluminio è leggero, si riscalda e raffredda rapidamente: ideale se l’abitazione resta spesso vuota durante il giorno o quando serve modulare il calore. L’acciaio combina duttilità e resistenza, permette forme originali e si adatta a soluzioni scultoree; la ghisa, con elevata inerzia termica, mantiene il calore a lungo ed è indicata per un uso continuativo, anche se è pesante. Esistono poi i materiali compositi, piani o lapidei, che inglobano il corpo scaldante in un blocco estetico e antimmagine, spesso idrorepellente e personalizzabile.

Dal punto di vista del design, i radiatori si trovano in versioni componibili (elementi modulari da assemblare), a piastra (monolitici e sottili) o come scaldasalviette per bagno. La posizione più efficace resta sotto la finestra, perché contrasta le correnti fredde e favorisce la diffusione per convezione; le distanze consigliate sono di circa 5 cm dalla parete e 12–15 cm dal pavimento. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno: tende o copricaloriferi riducono drasticamente la resa, mentre nicchie strette e mensole vicine ostacolano la circolazione dell’aria.

Impianto, regolazione e risparmio

Il radiatore va considerato come l’elemento terminale di un sistema che include tubazioni, collettori e il generatore di calore. Gli schemi principali sono monotubo e a collettori. Il monotubo, diffuso nelle case costruite negli anni ’70–’80, utilizza un’unica condotta che alimenta i radiatori “ad anello” ed è penalizzante per l’ultimo terminale; il sistema a collettori porta acqua calda contemporaneamente a tutti i terminali e assicura una distribuzione più uniforme, ma la trasformazione da monotubo a collettori richiede opere murarie.

Sul fronte del generatore, la caldaia a condensazione è la soluzione più efficiente per impianti tradizionali, perché recupera calore dai fumi; le pompe di calore rappresentano alternative performanti quando è possibile sfruttare aria, acqua o terreno. Per regolare la temperatura ambiente e contabilizzare i consumi, le valvole termostatiche sono ormai diffuse e obbligatorie in molte situazioni: modulano il flusso d’acqua in base alla temperatura misurata e, nelle versioni smart, permettono gestione da remoto e scenari di risparmio. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: la contabilizzazione secondo la norma UNI 10200 distingue consumi “volontari” e “involontari”, permettendo una ripartizione più equa delle spese condominiali.

Per migliorare l’efficienza bastano interventi semplici: isolare le nicchie dietro i radiatori per ridurre dispersioni fino al 20%, sfiatare le bolle d’aria tramite la valvola di sfiato e equilibrare l’impianto regolando le valvole di ogni radiatore. Quando si sostituisce un elemento, è fondamentale mantenere la stessa potenza e gli stessi interassi per non alterare l’equilibrio idraulico; in condominio, ricordare di ottenere l’autorizzazione dell’amministratore prima di intervenire. Il dettaglio finale: scegliere bene il terminale significa incidere direttamente sui consumi e sul comfort nella vita quotidiana.